Era la brilla e i fanghilosi tavi
Ghiravano e
ghimblavano nel biava.
Mensi e
procervi erano i borogavi
E il momico
rattio superiava.
Alma
dell’alma, fuggi il lanciavicchio
E la
zannante zanna, e l’arpionante
Arpione,
fuggi il giubbio picchio
E il frumido
Banderiscone.
In mano
prese la spada vorpale:
A lungo il
mastinio nemico cercò.
Ripiegò
stanco sull’albero tuntunnio:
Riguardò,
contemplò, meditò.
E mentre
ristava in uffoso pensiero,
Il
lanciavicchio, con occhi di fuoco,
Vifflando
scese dal tulgido maniero
Boforinchiando
con il fiato roco.
E uno e due:
a fondo e a fondo
La lama
vorpale snicchiò e snacchiò
Ucciso il
mostro, con il tronco capo
Galoppando
all’ostello tornò.
Te
benedetto, uccisti il lanciavicchio!
Ah, che ti
abbracci, brimante spadiero!
Giorno di
fraggia e di calleia è questo!
Gaudiosamente
gorgottò il messero.
Era la
brilla e i fanghilosi tavi
Ghiravano e
ghimblavano nel biava.
Mensi e
procervi erano i borogavi
E il momico
rattio superiava.
trad. Guido
Almansi