Laura
Laura
è il bosco e
il colle
è
il vento
corrucciato di maestro
che
galoppa con
tori di nuvole
è
il tuono
tempestoso
la voce
cupa della
notte
Laura
corre sopra
la mia testa
parla
della sua
figlia folle
persa
tra i canali
di Amsterdam
io la
guardo con le
mie mosche tra le ciglia
e
ascolto in
silenzio la sua ira
Laura
che non si
placa
nemmeno
dentro il
buio
Partenogenesi
il seme
da cui
sono nata
è rimasto dentro di me
come una foglia sempreverde
una moneta d'oro che la fiaba moltiplica
come in
una
primavera del corpo
le dita dei piedi fanno gemme
si staccano rami dalle gambe
braccia d'albero si spalancano al cielo
rinasco
mi
riproduco nel vento
sono madre e figlia
muschio che preme il muro
campanula che lo fa fiorire
Limiti
Come
gettarsi,
come, verso l'alto,
in una
proiezione
d'infinito,
come
gettare ponti
tra la parola
che
nasce e ciò che
diventa:
ricordo,
oggetto,
desiderio?
come
incollare ad
uno ad uno
mattoni
che si
staccano e il muro
che nel
tempo s'era
fatto alto,
quasi
eterno,
guardarlo sgretolarsi,
diventare
sabbia e
piano
la
scompone un
vento di lontano,
un
vento, lui sì,
d'infinito
E grande,
a
portarci via tutti,
a spargerci
nei viali.
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