Nel
firmamento è
apparsa all'alba una Luna
è scesa dal cielo e
ha rivolto a me lo sguardo.
Come
falco che
strappa via un uccello qual preda
mi
rapì quella Luna
e corse di nuovo nel cielo.
E quando
a me
stesso guardai, più me stesso non vidi;
ché,
in quella
Luna, il mio Corpo per grazia sottile s'era fatto anima pura!
E quando
viaggiai
entro l'anima non vidi che Luna
finché
svelato fu
tutto della manifestazione eterna il mistero!
I nove
cerchi del
cielo s'erano immersi in quella luna,
e la
barca
dell'essere mio s'era tutta in quel mare nascosta.
Si
franse d'onde
quel mare, e tornò la Ragione
e
lanciò il suo
grido: così fu, così avvenne.
Spumeggiò,
quel
mare; e da ogni frammento di quella schiuma
di
qualcuno venne
un disegno, venne di qualcosa un corpo,
e ogni
frammento di
schiuma corporea che si mostrò da quel mare
poi
subito si fuse
e in quel mare entrò ancora;
ma senza
l'aiuto
del Signore, del Sole divino di Tabrîz
non si può vedere
la Luna, non si può essere mare.