VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo



Sans passion il n'y a pas d'art

Calamus
Xenia


5 poesie di Simone Weil
a cura di Massimo Sannelli


a Marco Giovenale 

A una giovane ricca (Frammento)
Versi (Frammento)
Lampo
Necessità
Gli astri

A una giovane ricca (Frammento)

Climene, voglio vedere il tuo fascino
quando vi sorge il dono delle lacrime.
Nella bellezza il tuo orgoglio si fascia.
Di giorno in giorno, si trasforma in cenere.
Nessuno ti vedrà calare, splendida,
severa nella notte del sepolcro.
...
come una bestia cacciata di notte
nelle secche, la mano fine e nobile,
la tua figura, e la bocca, e la piega
che in viso è altera, dove cercarle?
Brilla l’acqua. Tu tremi? Perché il tuo sguardo è vuoto?
Troppo morta per morire, rimani
livida carne: 
trofeo di stracci, offeso all’alba grigia.
...
Qualche pezzo di carta, e la durezza
in questi ti protegge. Bruciamoli, e il tuo cuore
e ogni parte viva crolleranno.
Quella carta ti soffoca, nasconde cielo e terra,
Dio e i viventi. Esci dalla serra,
nuda e tremante, al vento universale.

Versi (Frammento)
...
col piede sulla neve
inviolata, e vedendo
nella discesa il modo
libero che ha il Sole,
quando gioca: procedi
forte, innocente e pura,
la spada in mano. E’ bene
oggi domare il mondo.

Lampo

Il cielo puro imprima sulla faccia,
il cielo dove nubi lunghe corrono, 
un vento con l’odore della gioia,
e forte: e tutto nasca, senza sogno.
Nasceranno per me le città umane
che un soffio puro libera da brume;
e i tetti; i passi; i gridi, e ogni lume
e suono umano: ogni preda del tempo.
Nasceranno i mari e la barca bilanciata;
il colpo di remo e i fuochi di notte;
i campi, e il mannello che si lancia;
le sere e la sequenza delle stelle;

la luce accesa e la genuflessione
del corpo, e l’ombra, l’urto nelle viscere
della miniera; mani che lavorano
i metalli tranciati; il ferro morso
in un grido di macchine.

Il mondo è nato: e tu, vento, mantienilo.
Ma il mondo crolla, coperto da fumi.
Mi era nato il mondo in uno squarcio
di cielo verde e chiaro, tra le nubi.

Necessità

Nel cielo ermo il cerchio
dei giorni sta girando
in silenzio alla vista
dei vivi; sulla terra
appare gola aperta:
tutte le ore versano
preghiere e crudeltà.
Ogni corpo celeste
ha il suo passo di danza:
l’unica danza fissa,
scoppio muto in altezza,
malgrado noi è informe,
priva di nome e ritmo,
e la sua perfezione
non contiene mancanza.

Sospesi a voi, la collera
nostra è vana. Calmate
la sete in noi: il cuore
spezzateci. Chiamando, 
desiderando, il cerchio
ci trascina: dominio
luminoso, che vince
eternamente. Luce,
catene luminose,
lacerate le carni!
Inchiodati sul punto
che guarda a settentrione,
senza gridare, e l’anima
ESPOSTA nuda ad ogni
ferita, noi vogliamo
obbedirvi e cadere.

Gli astri

Astri di fuoco che occupate i cieli
lontani, muti astri, e freddi, che girate
senza vedere, ci spogliate il cuore
dal tempo vecchio: ci date al futuro
senza che lo vogliamo. Un nostro pianto
o grido è poca cosa. Se si deve,
vi seguiremo, le braccia legate,
gli occhi volti al vostro puro lampo,
ma amaro. Noi tacciamo, e sul cammino
si oscilla, ma di colpo la vostra gloria è in cuore.


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