VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Carlangelo Mauro

   
sai la morte che ti segue
foglie riarse i nostri pensieri
une édition Mauxion, l'ho
nasce e muore nella disarmonia
dietro ogni sillaba ritrovo
ciminiere nere sui miei occhi
Finale a sorpresa
sono passato in un luminoso mattino



sai la morte che ti segue

sai la morte che ti segue
naturale oblio del mio vano
biascicare, del nulla
che inseguo tra tanti:
(riflettori di parole si accendono
di nascondersi liberi gli eletti)
artigiani delle sillabe
artefici delle mani
tra punte nuotano aguzze
si conficcano pietrificati
e non un viaggiatore noterà
il loro scheletro intatto
ti giunge un frammento della mia voce?

foglie riarse i nostri pensieri

foglie riarse i nostri pensieri
se elettriche parole decidono
per noi estranee partenze
altro tempo è passato,
sappiamo cosa è là
dove impazienti camminano
voraci ogni giorno parole,
effimeri centri di gravità
ai margini scriviamo fragili storie
nascoste per tanto tempo
non è l'ora neppure adesso

une édition Mauxion, l'ho

une édition Mauxion, l'ho
davanti Vincent, guardo
Le pont de Langlois près d'Arles
stampato su una scatola di cioccolatini
donatami da chi non sa che
sia mai vissuto
ogni giorno ascolto monumenti
di carta, ad un gioco serio
castigo di liquami
sulla bocca di eleganti
guardiani urlanti,
sussurri riesumano
coltri di voci
e seppelliscono

nasce e muore nella disarmonia

nasce e muore nella disarmonia
nel gioco solitario che combina
i resti per se stesso
fili argentei dorati:
di catrame neri tizzoni
ardenti di dolore
per una perdita
se c'è qualcosa
cui sono in interesse
è l'abolire un centro, quando l'omino
decentrato del tutto calpestato
ancora s'illude
fiori ricercati esistono forse
solo in qualche giardino lussureggiante
circondato da macerie
misture iniziatíche in qualche fossa
profonda di polverosi libri
(ora che gli squilibri climatici
hanno abolito perfino le serre
gli occhiali troppo spessi vanno in pezzi)


dietro ogni sillaba ritrovo
A F. Sibilla

dietro ogni sillaba ritrovo
chi ha dovuto scantonare
straniero nel gioco del come si deve
rifugiarsi tra alberi come querce
fragili come corolle
da cui più non si discende
interrogo il passato
appena balbettante
rimane la fede abbarbicata
al soffio che non cede
mi passi accanto senza più mani
esisto quando le lancette
pulsano all'unisono la nostra verità


ciminiere nere sui miei occhi

ciminiere nere sui miei occhi
celebrano fortune
oggi che pochi forti
dispongono per i miei figli
dimenticando troppo anch'io
non so pensare il cielo
senza di loro
(pozzanghere trascinano fette di blu
acido sudore in cui i pesci
sono già morti)
i vaticini che mi giungono
lacerano di dolore l'aria e l'afa
ma in essi è l'ultima foglia
rinata non nera non strappata
pur sempre la tua verde voce


Finale a sorpresa

crolla la trave
poi il palco
un pezzo alla volta
scricchiola il discorso
su una piuma scivola via
l'autore il critico
il buffone
si guardano
stranulati


sono passato in un luminoso mattino

Ma dopo che le stalle si svuotarono
l'onore e l'indecenza stretti in un sol patto
fondarono l'ossimoro permanente
E. Montale
sono passato in un luminoso mattino
per solitarie lande lasciate
al disastro di neri liquami
da omini senza più mani
solo un colore rievoca
il passaggio dello stretto
puoi vedere Scilla e Cariddi
onnivori a cibarsi vorticosi
e la vittoria dei delfinidi
predatori dal mare
quando non rimane
che il bianco e il nero
l'uno


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