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Carlangelo Mauro, Antidoto Ed. Campanotto 2000, pagg. 96, Lire 18.000 “seduto sul cuore di un leccio Lo stupore della solitudine,
dalla parola alle immagini, propone una raffinata fantasmagoria di
bagliori, quasi un semplice scavo che cerchi di riconquistare l’incisione
propria della lettura: una dimensione integra della pagina, per il momento
smembrata tra i righi della giocosa necessità di addentrarsi nel
fragore, ma subito dopo nascosta, come rifugio, a trascendere la decodificazione
dei messaggi. Carlangelo Mauro si ripropone
- (altre volte abbiamo segnalato la sua precedente produzione) – in un
accordo significativo, laddove fosse necessario sottolineare che l’annullamento
della poesia raggiunge molto spesso risultati sorprendenti nel rappresentarsi
poietico, momento di stesura che tenga conto della realtà/irrealtà
capace di rielaborare il simbolo. Non è un dissidio:
la coscienza della vertigine non può non essere legata alla sensibilità
dell’autore, richiedendo una consapevolezza dell’isolamento individuale,
che a ben guardare corrisponde a dei limiti preziosamente contenuti. “scomporre il cubo di ogni
volto L’imprevedibile e l’incontrollabile
divengono suono del verso, nella modalità di scrittura/lettura,
che si basi sulla possibilità di dispiegare la seduzione comunicativa
della significanza. Un lavoro accorto e protratto nel tempo, che
Carlangelo Mauro ha saputo affrontare con pazienza e preparazione culturale.
Il rinvio alla memoria o all’amore delicatamente proposto intensifica la
collisione tra realizzazione del detto e ipotesi del dicibile. E la risposta
è da cercare nelle parole dello stesso autore, che non propongono
uno scavo interiore impietoso e beffardo, bensì un ascolto
a volto stupito , a volte delicatamente ingenuo. Momenti di tensione interpretativa
tesi verso il ritmo lirico più alto appaiono nelle pagine ove l’esperienza
personale del “dolore” o l’angoscia dello “smarrimento” si dichiarano senza
veli: “Il dolore ti schiaccia “…di qui ogni passo è
accordo Giocare tra linguaggio e
rappresentazione permette all’autore quelle coincidenze significative,
che offrono ripensamenti o rielaborazioni tali da realizzare il testo nella
sua più coerente stesura, o tremito che traduca la propria lingua
in una illusoria risposta da lontano : è il solco che aggiunge al
nostro corpo lo sgretolarsi, o l’abbandono, o il germoglio della poesia
tout court, così da proporre numerose pagine che avvicinandosi al
timore di circoscrivere “il moto interiore” rifluiscono fissando le ferite
, esorcizzando il vuoto, nominando i respiri, affinché l’istante
non si sgretoli in mille infrazioni. Il lampeggiare delle ciglia
traballa quando la “paura afferra alle ginocchia”, così come: “dal gelo delle domeniche Indice della sezione Indice generale Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997 Per informazioni, si prega contattare: Otto Anders |