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Marco Nieli, Suenos I-IV Dedalus, Napoli, 1998 pag. 51- lire 12000 L’opera Suenos di Marco Nieli,
giovane autore napoletano, si svolge, si costituisce, sotto il segno di
una poetica non tradizionale nell’alveo della contemporanea produzione
poetica italiana, in una forma dalle diverse contaminazioni, che ne fa
un testo al quale dedicare un’attenzione particolare anche per gli sviluppi
che potrebbe continuare ad avere in futuro, la pratica di un simile genere.
Oltre l’elemento della contaminazione (non a caso il testo è ispirato
alla forma aperta ante-litteram dei Suenos di F. Quevedo), nell’atmosfera
totalmente antilirica di queste composizioni, essendo il libro strutturato
in quattro parti, troviamo anche lo stilema dell’incompiutezza in una scrittura
che, percorrendo diversi territori tematici, è comunque riconoscibile
come creazione di una singola voce; qui si trova, come fondamento di questo
fare poetico, un’interessante visione e concezione della scrittura, che
consiste nel fatto che al centro, come etimo sotteso a questa particolare
stesura, a questo work in progress, si trova un capovolgimento del’usuale
modo di fare poesia:, dove l’accento è posto sul momento del processo
compositivo, più che sul prodotto finale dello stesso:-“…navighiamo/
tra le superfici che fluttuano lievi/ brandelli di questa scrittura- o
ruga/ del numinoso/…, versi nei quali è esplicito il senso dello
scrivere che riflette su se stesso, sul momento del suo farsi e accadere:
inoltre questo particolare elemento viene amplificato dalle raffigurazioni
che la frase assume sulla pagina con versi disposti in maniera irregolare,
che ben si adattano al calcolato disordine, che è una caratteristica
di questa poesia; a volte, anzi,, come nel sueno II, questo tipo di procedimento
raggiunge il suo massimo grado di evidenza, quando, nella stessa pagina
ci sono troviamo due sequenze di versi indipendenti tra loro, ovviamente
accomunati da rapporti semantici non casuali, ma comunque fruibili dal
lettore separatamente. Il tipo di composizione di Marco
Nieli, trova come possibile appartenenza, come reale aderenza ad un genere,
qualla del projective verse, la poetica proiettiva inaugurata da Alson
e portata avanti dal Deep Image Group negli anni ’60: il verso proiettivo
è quello che si dirama in ogni possibile direzione dello spazio,
senza categorie formali o intellettuali precostituite, attingendo dal “campo”
aperto le proprie energie. Nelle quattro parti, infatti è voluta
e cercata una pluralità tematica, dal tema urbano, a quello mistico,
a quello erotico, a quello mitico e, ad articolare ulteriormente il discorso,
troviamo di tanto in tanto brevi didascalie in prosa, che hanno una funzione
esplicativa, e brani in inglese, oltre che a frasi e parole in dialetto
napoletano. Quello che è costitutivo
a questo modello di scrittura è la forte densità metaforica,
la pregnanza dei versi, che pronunciati, come si è detto con il
proposito di autorifletersi su se stessi, sono di conseguenza, molto sorvegliati
e precisi, affabulanti, secondo il processo che pone in rilievo l’inclusività,
piuttosto che la selettività. Con tutte queste premesse, tuttavia,
e qui credo che ci sia un punto alto raggiunto dall’autore, il lettore
attento non ha mai la sensazione di essersi immerso in una materia caotica:
certamente c’è un magma di elementi diversificato, ma, in ogni caso,
si arriva, in tutte e quattro le parti, ad avere una sensazione di compiutezza,
un entrare nell’universo che l’autore descrive che non cade mai nello sperimentalismo
indecifrabile e fine a se stesso. Il tema della morte, del sangue, della
dissoluzione della vita anche nella materia organica e inorganica è
presente, però si tende a volte ad andare oltre e la poesia che
qui troviamo, spesso provocatoria, non sembra avere tracce nichilistiche. Un’analisi compiuta di quest’opera
delle sue parti richiederebbe molto spazio, perché sono numerosissime
le diramazioni del discorso e ci si dovrebbe addentrare, in numerosissime
tematiche, percorsi e referenti. Particolarmente interessante è
il primo Suenos che ha per argomento la catastrofe ecologica di Love-Canal:
il senso qui è l’atmosfera di una città che trasuda di turbamenti,
a prescindere dalla catastrofe ambientale, e anche qui, nel dipanarsi
del discorso principale s’incontrano “un tu femminile”, a cui rivolgersi.
la figura di un pittore e numerosi inserti mitici, nella città americana
plumbea, notturna, onirica, lunare:-“/Di nuovo/
e di nuovo Psiche a vegliare/ il suo amante sepolto/ “un immenso sudiciume”
e patti infranti tra umani/ e animali/ bagliore di fari calore amniotico/
nel petrolio industriale della notte/ battito d’ala
falena chimica
nella luce/ dei lampioni/ di love canal/ dove all’umano/ solo è
dato accoppiarsi all’umano/ incestuosamente/. 14 gennaio
2001
Per informazioni, si prega contattare: Otto Anders |