|
||
AA.
VV.,Così pregano i poeti, a cura di Giuliano Ladolfi
prefazione
di Gianfranco Ravasi, Ed. San Paolo, 2001
pagg.
142, L. 26.000
Originale
nella impostazione e senza dubbio ricca di pagine indiscutibili, questa
antologia realizzata dal Ladolfi per le Edizioni San Paolo offre al pubblico
attento una raccolta di testi poetici “che si prefigge tre scopi fondamentali:
offrire ai singoli credenti e alle comunità oranti una serie di
suggestioni per la preghiera; presentare un gruppo di composizioni la cui
dignità, sia pure in forme diverse, sia consona al messaggio evangelico;
rispecchiare la sensibilità religiosa del cristianesimo italiano
all’inizio del terzo millennio”. Gli autori prescelti sono in strettissimo ordine alfabetico: Bacchiega F. – Ballerini M. – Beck M. – Carifi R. – Del Serra M. – Di Spigno S. – Fantano G. – Ferraris A. – Fozzer G. - Gasparini G. – Guzzi M. – Ladolfi G. – Lauretano G. – Loi F. – Lotto P. – Luisi L. – Luzi M. – Maffeo P.- Magrelli V. – Manzoni G.R. – Mazzarella E. – Monreale D. – Morasso M. – Napoli A. - Oldani G. – Poggi P. Lucarini – Ravizza F. – Rondoni D. – Rossi P. – Saporiti A.A. – Spagnuolo A. – Temporelli A - Viviani C.- ed ognuno con una sua precisa immagine scelta, capace di rivelare alcuni inequivocabili momenti di “ascolto” nel “silenzio” o di “commozione” nel “dubbio”. La parola sussurrata o la parola gridata qui delineano, con grazia ed equilibrio, l’anelito, molte volte sconosciuto alla massa, di chi prega nel fare poesia o fa poesia per pregare. Un logorio della mente e dell’animo, che non è di facile intendimento, perché sfugge ad ogni regola ed è impalpabile come impalpabile è la “fede”. Impossibile definire la volontà di “confessarsi a se stesso”, umilmente, quasi come un’abitudine alla presenza dell’invisibile, per esternare una propria identità esistenziale attraverso il ritmo e la metafora. Ladolfi sottolinea nella sua postfazione lo scarto di anni che esiste tra Mario Luzi ed Andrea Temporelli (il più anziano ed il più giovane degli autori antologizzati) – sessanta anni – un enorme lasso di tempo, che non scalfisce assolutamente la tensione corale che unisce tutte le poesie. Testimonianza, dunque, di varie generazioni, che nel segno del “verso” hanno inseguito con eguale accanimento e con encomiabile passione le alterne presenze del “Verbo”. 30
settembre 2001
Indice della sezione Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997 Per informazioni, si prega contattare: Otto Anders |