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Enrico Fagnano, Avvistamenti- La parola abitata Tam tam editrice, Napoli 2000, pagg. 48, Lire 8000 Il poeta napoletano Enrico Fagnano ci presenta, con questi Avvistamenti, una prova sicura caratterizzata da un dettato limpido e icastico originale nei vari panorami italiani, nelle varie linee della nostra poesia. La scrittura di Fagnano è caratterizzata da una forte quota di ironia che si coniuga spesso ad un afflato epigrammatico, a sintagmi taglienti e densi, per le varie composizioni; ironia, dicevamo, a volta amara ma aperta anche alla speranza, perché deriva dalla consapevolezza della condizione umana: però proprio da questa consapevolezza, si fonda le illuminazioni del poeta che, ad un livello più profondo, sorride di fronte al mondo, nel gioco dell’eterno ritorno della vita. Quello
che si evince dalla lettura del testo e un grado minimo di scarto poetico
e una forte tendenza alla narratività che trova esemplificazione
e si rinforza nella disposizione frequentissima dei versi senza mai andare
a capo. Pare che Fagnano osservi il mondo cogliendone tracce che, in un
immaginario continuum, hanno per estremi,situazioni
minimali, come per esempio una cena a ristorante e al capo opposto,
situazioni forti, legate a problematiche di natura morale ed esistenziali
tipiche dell’uomo occidentale postmoderno. Leggiamo in Una cena sofisticata:-“
Ci sedemmo e chiedemmo il menù./ Il cameriere ce lo portò./
Sette chili di lacrime/ un serpente dietetico/ cadavere di tibetano farcito/
un metro e mezzo di lingua sleccacciosa/ quattro
timbri di lattice/ un sospetto
ed una margherita ./ Da bere/ vino azzurro degli scavi di Pompei/ oppure
birra scura tumefatta/ E per finire, gelato ammuffito della Patagonia/
caffè giallo rinsecchito/ ed un lungo verme imbalsamato. / Decidemmo
di andare a mangiare in un altro posto. / A volte, come dicevamo, le tematiche sono ben diverse:-“ …Lui disse nulla/ lei rispose silenzio/…: qui si coglie il senso d’incomunicabilitàdell’individuo, la tensione vibrante nei rapporti che porta all’afasia. In generale, quindi, Fagnano, affacciandosi con attenzione sul mondo, con un forte senso psicologico, ne coglie aspetti variegati: è come se i suoi fossero dei negativi fotografici trasfigurati in poesia, i suoi avvistamenti, appunto, delle costellazioni che riguardano tutti, ma che solo il poeta può mettere a fuoco. Dice Fagnano nel componimento che troviamo in quarta di copertina:-/ Solo poche persone hanno/ realmente qualcosa da dire/ l’importante è non farle parlare/.Allora tutti i poeti dovrebbero tacere e, quindi questa poesia non dovrebbe esistere, e nemmeno questo libro e nemmeno la poesia in generale, come immaginando una fila di specchi che si riflettono tra loro senza altre immagini: è questo il paradosso. . Altre volte testi quasi tout-court narrativi hanno un carattere gnomico e vagamente simile a quello dei koan del buddismo zen, come, per esempio, nei frammenti intitolati; Il leone e la formica e quello speculare, La formica e il leone.E ancora, proprio in La poesia del monaco buddista: Dopo una meditazione/ di anni ed anni/ il grande monaco buddista/ riuscì a sentire/ la voce dei fiumi, degli alberi,/ dei fiori, delle nuvole e dei monti./ Fu un momento meraviglioso/ per lui. /I problemi arrivarono/ quando cominciò a capire/ quello che dicevano/. Si dipana, dunque, un senso molto critico verso una realtà che, attraverso il medium della poesia, diviene trasfigurata e non nichilista, anzi, tramite le negazioni delle cose, emerge dal nulla l’opposto: si sdrammatizza la vita, tramite la parola, così che possa diventare vivibile e nel nitore dei segmenti poetici, ci si può riconciliare con la realtà ed arrivare, con una traccia di umorismo raffinato, ad una serena visione di quanto questo inizio di millennio, nel bene e nel male ci offre. La
scrittura è molto sorvegliata e il tono, in tutto il corso del libro
è omogeneo esegue un suo
andamento preciso che, con una metafora musicale, potremmo definire allegro
moderato:- Si dice, chi si contenta gode, ma sarà poi vero che
anche chi gode si contenta?/dice
Fagnano in un brevissimo frammento. Anche il tema erotico viene trattato
con questo registro ironico che appare sullo sfondo di tutto il volume:-“
Diventa aria/ ed io ti respirerò ./ Diventa orologio/ e conterò
i minuti. / Diventa mela/ e ti mangerò con tutta la buccia/ Diventa
acqua/ e mi farò la doccia/., oppure:-“ Le strappai di dosso
la gonna. Le strappai di dosso la sottoveste strappai di dosso il reggiseno.
Le strappai di dosso le mutande e le calze.. Le strappai di dosso la carne
e la pelle. Era molto sexy con tutte le ossa da fuori/. Anche nel tema
erotico si cerca l’estremo, qui caratterizzato da una straripante e un
po’ visionaria ricerca della corporeità, fisicità della parola
e delle cose, sia pure pervasa da un grande leggerezza nello scrivere.
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