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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Recensioni e note critiche Wanda Marasco,
Voc e Poè
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Si
respira nell’aria di questi versi una costante tensione verso il limite,
l’estremo di ogni esperienza umana possibile la tensione fisica ed emotiva
verso un approdo esistenziale chiaro e distinto oltre le coordinate spaziali
e temporali umane: così leggiamo nei versi del componimento Il metodo
dello sguardo”:-/Lo specchio fiammingo delle Spose incurvate/ a durare
sulla strada del raggio,/ le miniere di luce come in mani senza peso/ e,
se guardo il filo vòlto/ a patteggiare confini silenziosi, mi aspetto
la resurrezione della carne/ nei perfetti anelli/...
Si
può parlare di una creaturale ascesa verso una felicità che
esiste anche nel dolore.: come dice Elio Pecora “Qui la poesia prende corpo
e parola, ed è avidità di essere e interrogazione estrema,
fantasma che innamora e percorso arduo e ignoto. Qui la creatura insieme
maschio e femmina, infante e adulto, umana e animale, terrestre e aerea,
si fa anch’ essa e tenta risposte, cancella promesse, insegue un bisogno
fondo e irriflesso di verità, mai allontanandosi dalle giornate
del mondo e dalla pietà verso sé e verso l’altro.../ Il discorso
si dipana complesso e affascinante in un tessuto che è il
negativo della fotografia del reale, sinuoso e armonico nello stesso tempo
sotteso a una variegata gamma di registri espressivi, da una forte tensione
verso una ricca e composita tastiera analogica. Poesia dal forte straniamento,
scarto che le consente e ipostatizza la potenza e il fascino della sua
espressività. In una natura, che a tratti addolcisce il vivere,
e d’altra parte è romantica e misteriosa, la poetessa si cala come
per incanto: anche l’oggetto come ad esempio un contenitore di aghi, un
agoraio, diviene correlativo oggettivo di una realtà in transito,
a volte acuminata a volte dolce come negli elementi di una natura solare
e umbratile:così leggiamo in I luoghi:-”Dal sole all’ombra si conosce
una quiete/ dove passano come a gradini/ i colori e le tempie di tutte
le stagioni/..Per questo eccedi nel tempo/ se uno spazio t’incontra/ scalee
e terrazzi su profonde terre.../ stellate forse nei pigolii, a caviglie
di roccia nei venti...Era una scommessa bellezza/ a piantare alberi dell’Obbedienza,/
il bisogno di cui la vita si rinnova/ e con giganti e guerre perde sfondi/
e scapole che affior
ano sull’orlo/
d’altri mondi/..
L’interanimarsi
tra luce e incantesimo, natura ed essenza lo leggiamo in un bellissimo
componimento stampato sul retro del libro” Devi imparare/ che il sole si
sogna dentro i rami./ Non è la luce/ sono l’aspide e il desiderio/
tinti da una morte esatta./ Dove essi andranno io sarò/ come uno
spettro e i suoi confini./ Chiede che gli si lasci un occhio/ per rivedere
il suo riflesso/ e ancora amarlo.
Il
tema della natura sempre trattato icasticamente raggiunge un’immersione
misterico che potremma giudicare quasi venata da orfismo nel componimento
L’alga e la luna:” Conosco uno Sguardo/ vicino a un corpo come a un flauto//
Impetra nei profili, va amando un’altra vita//” E’ un giorno dell’alga/
il colore somerso dei cieli.// L’anguicrinita, la luna/ di verdi chiglie
ha il meduseo Sguardo/ ora appare e mpetra in un profilo.// Altrove la
Madonna e il Cardellino/ hanno quest’immortale voluttà/ di gravidi
satelliti.// Io reco due bambini in un notturno,/ più radiosi se
al centro di un dolore. Si direbbe quindi che ci troviamo anche di fronte
ad una forma di misticismo e non ci è dato di sapere se ad esso
la poetessa si avvicina con il dono di una stabile Fede o con una
forma, comunque mistica di tensione verso il soprannaturale.
In
una vita come quella moderna che pare bruciarsi in un lampo la presenza
di questi versi può considerarsi un dono per chi li legge, un modo
per evadere dall’immersione nel quotidiano: non per niente Wanda Marasco
è stata la vincitrice del Super Montale nel 1997 con questa opera.
Leggiamo componimento “L’erba Moly Con gli occhi in alto/ pensai che se
squarcio fosse poesia, lo era il poco spazio di cielo/ dopo la mimosa di
febbrao, situata nel vento,/ a Capodimonte della collina./ Proverò
a chiedere quanto costa, lo spasimo di ogni radice sotto l’erba./ All’erba
che non chiede tale misura./ Vorrà essere narrata/ in un quadro
finito,/ traverso ombre dette ultime.../Ah, bracciali del tuo corpo le
ombre/ se armillano lente./ Questo saranno ad imitatio del dolore,/ vecchia
cosa che viola il tuo Sogno e la Natura,/ da te al suolo di passi, molto
antichi e molto declinati./ Vieni dice lo gnomòdro nascosto in ogni
foglia,/ come alla lettera di cui omette una condanna,/ e non conosce il
volto del subire/ se tutto/ in asse di sua vita è contrazione,/
per una guancia e un polso, e svanirà/ conosco il bosco ed un altro
squarcio/ di sua nera cava,/ di nicchie e cellette scardinate/ dove vanno
gli amanti poveri. Erotismo dunque attraverso i luoghi di un presunto e
possibile amore di sconosciuti, vibrante tensione, tra ogni pulsione umana,
meglio e più poeticamente tensione di Creatura nel mondo che è
tutta gioia e patimenti e si ritrova felice nell’amore cosmico, universale,
ma soprattutto elargito con grazia e bellezza, meraviglia e stupore da
quanti potranno e vorrano assecondarlo, non ultimi i lettori. Grazia, gesto
dizione tutto si rivela in un bellissimo limbo di grazia e spontanea e
intellettuale meraviglia.
Raffaele
Piazza