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Nicola
Vacca, La grazia di un pensiero
A. Pellicano Editore, 2002, pagg. 52, € 9,29 L’alternarsi
del pensiero al ritmo inusitato dell’onirico o al dubbio della metafora
viene elegantemente tratteggiato in queste pagine, sì che la poesia
possa essere al centro di un dispetto, che si sviluppi con insolita ampiezza
e formuli un celato pretesto di incompiuta drammaticità. Non la
denuncia o lo smarrimento dell’apparire, la estrema condizione esistenziale,
il rincorrere ed il rincorrersi della verità mai tangibile, ma lo
scavo, attraverso uno spiraglio o un sussulto, nella tensione linguistica
del dettato. Ricomporre
ed imprigionare l’invisibile nel quale “una vita” cerchi di dimostrare
necessità e coerenza, fra schegge di armonia e sillbazioni corali,
diviene nelle composizioni cristalline di Nicola Vacca, un riproporre la
condizione essenziale dell’uomo di cultura contemporaneo – sentimento religioso
e sentimento laicoesistenziale – che si proietta attraverso lacerti di
penetrante forza poetica. La capacità
di ricarlacare con le immagini , a volte soltanto tratteggiate, a volte
segnate con rabbia, le interferenze della partecipazione emotiva,
si intreccia con la rappresentazione entro la quale si armonizzano e si
fronteggiano quei motivi che tralucono dalla magia del verso. Dialogo
ininterrotto, che per molti aspetti penetra nella solitudine umana ed assume
una sua propria autenticità disperata e nello stesso tempo catartica. 8
giugno 2002
Indice
generale
Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997 Per informazioni, si prega contattare la direzione |