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Franco
Brioschi, Critica della ragion poetica
Bollati Boringhieri, 2002, pagg. 314, € 28.00 Il tempo
lavora su tutti noi tracciando segni e conflitti anche nella memoria. Ma la memoria
rimane l’unico strumento della nostra unità, riportando e rielaborando
le immagini mutevoli e sfiocate delle percorrenze. …Se Voltaire
intendeva battersi sino alla morte perché anche il suo più
accanito avversario avesse il diritto di parola, non vedo per quale ragione
io dovrei mettermi a eccepire sui giudizi estetici del mio anziano vicino
di casa. Il mio apprezzamento non è più esteticamente legittimo
del suo….(pagg. 36-37) …Posso invece sostenere, ed è tutt’altro
discorso, che la scrittura di Joyce si nutre di una sapienza stilistica,
di una cultura e di una intelligenza senza riscontro alcuno nella scrittura
di Carolina Invernizio; che la sua descrizione del mondo è infinitamente
meno angusta, il suo universo morale meno gretto, le sue armoniche emotive
meno elementari: che insomma essere in grado di leggere e apprezzare esteticamente
l’ Ulysses è meglio che doversi limitare a leggere e apprezzare
esteticamente il Bacio di una morta…” Frutto
di un’appassionata ricerca, che potremmo augurarci non esauritasi con questo
lavoro, organicamente collegata al “dire poetico”, lo studio del linguaggio,
mediante la costruzione dei rigorosi riferimenti, è qui governato
con acume e competenza. Brioschi
tratteggia pagine di piacevole lettura – anche se gli argomenti potrebbero
apparire difficilmente abbordaboli - così che il lettore attento
riesce a seguire, con coinvolgimento, le incidenze, le occasioni, gli sviluppi
di una “logica” critica attualissima. Il territorio
delle certezze infatti differenzia i confini della saggistica
configurandosi come etica/estetica di un “viandante” che cerca di elaborare
nel migliore dei modi le diversità dell’esperienza : analisi, ragione,
spiegazione di testi . Dalla “filosofia
dello Zibaldone” – con la sua indimenticabile sofferenza: percezione, immaginazione,
memoria, desideri, affetti, centrata sull’immagine dell’uomo “sensibile”
– il progetto giunge all’annosa difficoltà della “spiegazione” . Uscire
dalla ingenuità di quanti credono che le cose sono ciò che
appaiono, per riuscire ad abitare la distanza che intercorre tra “apparenza”
e “realtà”: la capacità di trovare di volta in volta il “valore”
della parola, accelerata dalle imprevedibili soluzioni che potrebbero o
potevano modificare il “farsi”. Il lettore
sperimenterà da se le corrispondenze che riescono a muoversi fra
le sorprese dello stile. “un suono
linguistico – dice l’autore – possiede molte proprietà fisiche:
timbro, altezza, intensità, ecc. ma solo alcune sono pertinenti…si
che i rapporti di equivalenza e di opposizione si adeguino al contenuto
empirico…” L’esperienza
letteraria qui redatta ha un pregio infinito per chi volesse (oggi che
tanta cultura viene bistrattata dai mass media) arricchire notevolmente
il proprio bagaglio, al di fuori e per mezzo delle competenze specialistiche
del “trattato” . 29 luglio 2002 Indice generaleImmagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997 Per informazioni, si prega contattare la direzione |