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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Recensioni e note critiche Leopardi:
le parole del sogno
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“Era il
mattino e tra le oscure imposte
per lo
balcone insinuava il sole
nella mia
cieca stanza il primo albore;
quando
in sul tempo che più lieve è il sonno
e più
soave le pupille adombra,
stettemi
allato e riguardommi in viso
il simulacro
di colei che amore
prima insegnommi,
e poi lasciommi in pianto.
Morta non
mi pareva, ma trista e quale
degli infelici
è la sembianza. Al capo
appressommi
la destra, e sospirando,
vivi, mi
disse, e ricordanza alcuna
serbi di
noi?…”
Il modo
in cui si guarda il proprio mondo personale ed il rapporto con gli
altri passeggia
tra le
parole , le vocali, le consonanti, orchestrando le immagini della metafora
senza tentare
di resistere
al fascino , in una ricchezza sterminata del simulare: tutto ciò
che esiste sulla terra
– la natura
e il pensiero, il corpo e l’amore, la ricchezza e lo sfarzo, la bellezza
e la delusione - ,
servono
solo ad alimentare le ombre, intricate come in una galleria, o lasciate
cadere
tra le
sfumature di un tramonto ed il disegno inafferrabile dell’infinito.
“Come nel
sogno così le tue pupille
hanno riflessi
d’argento
o di penombre nascoste nell’azzardo.
Questo è
il tempo del sonno,
il dubbio delle foglie perse,
la freccia
che al mattino
si spezza
all’improvviso nel peccato.
Se è
vero il mio pensiero
di schegge
sparge ancora le parole,
debole,
e pronto a frammentar ricchezze
non più
celate verso il corpo nudo.
Fra le
stanze ed il cielo
stringo
il sudore al petto fortunato
nell’incerto
tuo raggio,
nel tuo
profumo stormito come allora…” (a. s.)
La memoria
ed il desiderio si avvicendano in quelle scene che sembrano essere state
esplorate
tra le
pieghe più recondite dell’inconscio, si affaccendano orchestrando
dialoghi,
ora con
note elegantemente romantiche ora con toni e colori estremamente coerenti
alla intuizione
psicologica. Proprio lui che credeva essere contraddittorio e contorto
– nient’altro
che un relitto spezzettato dalle bufere , sconvolto dall’assurdità
degli affetti,
grido e
lacerazione, - raggiungeva, nella scrittura, l’inquietudine e l’incertezza,
mutando
le luci delle attese che scorgeva da lontano, indeterminate e prefisse.
“Vano è
saper quel che natura asconde
agl’inesperti
della vita, e molto
all’immatura
sapienza il cieco
dolor prevale.
Oh sfortunata, oh cara,
taci, taci,
diss’io, che tu mi schianti
con questi
detti il cor…
Giovane
son ma si consuma e perde
la giovinezza
mia come vecchiezza;
la qual
pavento, e pur m’è lunge assai.
Ma poco
da vecchiezza si discorda
il fior
dell’ età mia. Nascemmo al pianto,
disse,
ambedue; felicità non rise
al viver
nostro; e dilettossi il cielo
dei nostri
affanni. Or se di pianto il ciglio,
soggiunsi,
e di pallor velato il viso
per la
tua dipartita, e se d’angoscia
porto gravido
il cor; dimmi: d’amore
favilla
alcuna, o di pietà, giammai
verso il
misero amante il cor t’assalse
mentre
vivesti?….”
L’onirico
rallenta il gesto come se il tempo non potesse livellare l’ebbrezza, la
spossatezza
del dormiveglia;
ed il tumulto dei desideri, delle fantasie, delle immagini potesse occupare
la mente,
il cuore, tutte le parti del corpo senza lasciare spazi vuoti.
“E’ simile
lo spazio alla lusinga
di riprovar
le insidie del tuo gioco,
di misurare
il sangue col tuo fianco.
Nel luogo
sempre incerto e quasi fioco
il mio
respiro stacca fuor del dubbio:
se tornassimo
a sera un’altra volta,
quando
soave la pupilla adombra,
a sottrarre
vecchiezza,
vergine
la speranza ameni inganni
potrebbe
suggerire.
Nei giorni
dell’inverno
è
giusto dubitar finché vorrai
sbarrare
le finestre,
frenare
gli orologi nel silenzio.
Altro passato,
qualcosa dietro i vetri:
lunghi
sussulti che tu insegui per me
nel declinare.”
(a..s.)
Mano a mano
che cresce la distanza fra coscienza ed inconscio le opposizioni delle
immagini,
potendo
negare la realtà senza rispondere alla severità della interpretazione,
creano nell’autore
quei contrasti
che segnano a volte la tradizione, per quei contenuti carichi della massima
tensione,
percepiti
dalla coscienza e proiettati sotto forma di visione o di esperienza vissuta.