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La
Mosca di Milano. Intrecci, nodi di poesia, arte, musica
marzo 2003 La Mosca di Milano, che è giunta al sesto anno di attività, si presenta come una delle più interessanti riviste cartacee del panorama italiano: è diretta da Gabriela Fantato. Il numero 09, di cui ci occupiamo in questa sede, è vario e articolato e ha programmaticamente, come tematica, il senso del luogo. Leggiamo sull’elegante copertina il componimento poetico di Giampiera Neri intitolato Dallo stesso luogo:-“Come l’acqua del fiume si muove/ contro corrente vicino alla riva/ si disperde dentro fili d’erba/ lontana dal suo centro/ la memoria fa un cammino a ritroso/ dove una materia incerta/ torna con molti frammenti”. Magistrale, come sempre, la lezione di Neri, poeta dal percorso appartato, al di fuori dalla cosiddetta Linea lombarda, che qui mette in scena, ancora una volta, il suo Teatro Naturale, col suo inconfondibile stile epigrammatico. Il criterio del numero tematico è stato da tempo uno dei più seguiti dalla rivista, che ha sviluppato nei numeri precedenti, con coerenza, alcuni temi come Il gioco, Il dono, le città: come leggiamo nell’editoriale: un secondo desiderio era ed è di intrecciare lo sguardo della poesia e della letteratura con altri saperi e arti, in particolare con la filosofia, la psicoanalisi e con esperienze artistiche come la musica e la pittura. Per questo, sui medesimi temi, abbiamo ospitato interventi di filosofi, sociologi, psicanalisti e pittori. Un altro criterio al quale la rivista si è sempre attenuta è quello di avere privilegiato la letteratura che vive e non quella accademica: inoltre, e questo dimostra onestà intellettuale e chiarezza d’intenti,, nel suddetto editoriale, la redazione si scusa con i lettori per la non rispettata cadenza semestrale dell’uscita della rivista, cosa, tra l’altro, comune per le riviste di poesia. Il sommario della rivista è così scandito:-“ Editoriale, L’opinione, L’intervento, Disappunti e poesia, Del tradurre, L’autore, Raccontando, Macroscopio-Recensioni, Dell’artista. Particolarmente interessante il saggio intitolato Il timbro delicato di Luciano Erba di Meeten Nasr, che fa uno scavo profondo nella poetica del poeta milanese che da poco ha compiuto felicemente ottanta anni, festeggiati con la pubblicazione di un Oscar Mondatori che riunisce di fatto tutte le sue poesie pubblicate e altre inedite e sparse e anche le belle traduzioni del poeta francese Villon (Erba è anche un noto francesista ed è stato titolare di cattedre universitarie di letteratura francese). La pronuncia di Erba è sempre elegante, levigata e si colloca in una feritoia tra liricità e pensiero, intellettualismo, dizione dell’io sempre coltissima, che attraversa il quotidiano, spesso anche con una dolce ironia collegata a una poetica del dubbio. Interessante anche il saggio intitolato L’affollata solitudine di Pierpaolo Pasolini, firmato da Paolo Rabissi, che è uno dei redattori di La Mosca di Milano: qui Rabissi esordisce parlando di una sua pregnante ed interessantissima sua esperienza autobiografica, che fa molto riflettere: nel 1957 Rabissi frequentava il Ginnasio-Liceo Alessandro Manzoni di Milano e ci narra che gli sembrò una buona idea di entrare un giorno in classe con Ragazzi di vita, il romanzo che è una delle opere più importanti e note di Pasolini. Tale esperienza è notevole, perché in un ambiente borghese, in una classe dove si sarebbe formata la nuova classe dirigente, a detta del preside, il romanzo che parla delle borgate romane, di povertà e abbrutimento, fu accolto malissimo tra i compagni di Rabissi, che non compresero che i contenuti di quel libro erano degni di essere considerati, per il loro implicito carattere di denuncia di ingiustizie sociali ormai ataviche, anche se, come sottolinea lo stesso Rabissi, il suo gesto non aveva nessuna intenzionalità provocatoria. Sottolinea l’autore che l’attrazione verso la bellezza, in Pasolini, è dunque tutt’uno con quella verso il peccato, poesia e vita ci appaiono strette da un legame in tensione polarizzata, purezza e impurità, salvezza e dannazione, paradiso e inferno: questa la dicotomia dell’autore dell’Usignuolo della chiesa cattolica. Tornando al discorso sui luoghi, che sono il filo rosso di questo numero di La Mosca di Milano, sono da citare l’intervento di Enrica Lieta, intitolato Note sui luoghi nietszchani e il pezzo intitolato Note sul tema del paesaggio in F. Buffoni, U. Fiori e F. Loi, nonché il testo Luoghi reali, luoghi mentali di Else Lasker-Suulier. Anche nella sezione intitolata L’autore, che ospita le poesie di Donatella Bisutti, Franco Buffoni, Elio Grasso, Fabio Posterla, Gabriele Favagrossa, Stefano Raimondi e di chi scrive, le poesie hanno una certa attinenza con la tematica del luogo che descrivono, siano essi luoghi geografici o del privato, come delle camere di una casa: per esemplificare questo basta leggere la bella poesia di Donatella Bisutti intitolata Architetture:-“ A mezzogiorno nella pianura di Filippi/ segnavi di architetture lo spazio azzurro/ contro le montagne:/ in fondo il monte Athos/ qui hanno combattuto e perso/ qui anno combattuto e vinto.// Sotto le tue mani hai innalzato le cattedrali deliranti di Spagna e i grattacieli delle città nazionali…/. 14 settembre 2003 Indice della sezione Indice generale Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997 Per informazioni, si prega contattare la direzione |