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Testuale:
critica della poesia contemporanea n. 33
Secondo
semestre 2002 anno 19°, Anterem Edizioni, € 7,75
La
rivista di cui ci occupiamo in queste sede è una delle più
prestigiose nel panorama italiano tra quelle che si interessano di poesia
(nello specifico di critica della poesia contemporanea), ed è pubblicata
dalle Edizioni Anterem che sono note anche per la rivista Anterem
che si occupa, come corrispettivo, del versante testuale, pubblicando testi
poetici di prestigiosi autori già affermati e di autori giovani
molto promettenti.
La prestigiosa Direzione è composta da Giò Ferri, Gilberto Finzi e Giuliano Gramigna e, nella consulenza critica e redazionale troviamo, tra gli altri, i prestigiosi nomi di Alberto Cappi, Ottavio Cecchi, Flavio Ermini, che è anche direttore della suddetta Anterem, Edoardo Sanguineti, Mario Lunetta Walter Pedullà e Giuseppe Pontiggia. Leggiamo nella quarta di copertina di questo numero di Testuale, per evincerne la chiave interpretativa:-“ nel panorama delle riviste di ricerca letteraria, dell’area italiana, in rapporto non occasionale con altre letterature (in particolare francese e anglosassone), Testuale vuole dedicare il proprio intervento essenzialmente alla critica della poesia contemporanea con più insistente attenzione alla poesia degli anni ‘60/2003. L’approccio a testi così recenti (a differenza di quanto per lo più avviene nelle usuali affrettate recensioni) è critico-analitico e interdisciplinare, nell’intenzione di cogliere sistematicamente i segni profondi che caratterizzano il prodursi evolutivo delle poetiche contemporanee. Ma proprio nel rispetto di questo programma, accanto alle approfondite analisi dei testi recenti(di poeti più o meno conosciuti), TESTUALE continua anche l’indagine sui testi meno attuali del novecento con ragioni tuttavia di ricerca sulle origini, premesse, causalità di quanto oggi sta avvenendo. L’oggetto da scoprire, assalire, possedere –con tutti i mezzi necessari- per TESTUALE rimane, comunque, il testo. Nel sommario del presente numero di Testuale troviamo Sandro Montalto con il suo saggio intitolato Poeti vegetali, Corrado Calabrò con Tra poesia e re-velazio,Giovanna Frene con Incerte derive di natura di Andrea Zanzotto tra “Dietro il paesaggio e “Sovrimpressioni”, Giuliano Mesa con “ Nel profilo della rosa di Franco Buffoni, Adam Vaccaro con Due poeti dell’altra realtà (Luigi Camillo e Annamaria De Pietro, Tiziano Salari con Tra poesia e verità, Flavio Ermini con il saggio Prendere partito, Vincenzo Guarracino con paradigmi e immagini, Giulia Niccolai con Spazio/Tempo-Oriente/Occidente IV, Giò Ferri con “Letterale”: L. Apolloni, L. Fusi,, M Castaldi, F. Tarato, P. C. Porta, I. Blank, V. Anceschi, “Botta e risposta di A. Catani. Nell’impossibilità, dovuta allo spazio di questa recensione, di un’analisi approfondita di ogni singola scrittura, ci limiteremo a fare dei prelievi dai vari testi critici suddetti; molto interessante lo scritto di Sandro Montalto intitolato Poeti vegetali: con questa definizione il giovane poeta e brillantissimo critico Sandro Montalto, che ha già all’attivo un numero sterminato di saggi critici e recensioni sulle più prestigiose riviste di poesia italiane cartacee e on-line (tra quelle on-line per esempio Poetry Wave), analizza alcuni poeti tra i quali Andrea Zanzotto e chi scrive), poeti nel cui immaginario poetico, a livello sintattico e soprattutto semantico, si fa riferimento al mondo vegetale, che diviene metafora e simbolo di una condizione assoluta di ricerca di fusione dell’essere umano con il mondo naturale e la bellezza precaria ecologicamente di un mondo dove, con la tecnologia e lo stress, si perde il senso della vita a misura d’uomo. Tale tipo di esistenza, per dirla con i Greci di fusione con la Natura, o con Spinoza con il suo assunto deus sive natura, si recupera, direi, anche con l’arte in tutte le sue possibilità di fruizione, dalla musica alla poesia. E’ proprio ascoltando musica e leggendo o scrivendo poesia che l’essere umano si può mettere in sintonia con l’alterità, sia essa l’altro, l’essere umano, sia la natura, appunto rappresentata dal verde vegetale, come, appunto in questi poeti vegetali. La poesia e la musica, come la narrativa e qualsiasi altra forma d’arte, sono il corrispettivo di una dimensione genetica che nasce da zone che il mondo non conosce. Interessantissimo il saggio di Giovanna Frene su Andrea Zanzotto. La Frene, da poco redattrice di Poetry Wave, studiosa, appunto di Zanzotto e con all’attivo la finale del Premio Viareggio e la vittoria assoluta al premio Montano, organizzato dalla rivista Anterem, con Spostamento, si presenta nell’attuale panorama italiano come una delle più interessanti poetesse. Da segnalare la sua presenza nello staff di www.lietocolle.it, ottimo e giovane editore con il quale è appunto uscito il suddetto Spostamento. Molto importante anche il saggio di Flavio Ermini intitolato Prendere partito e suddiviso nelle sezioni: La poesia pensa, Scrivere altrimenti, Il pensare e il sentire, L’oscurità, Il lettore, Per produrre noi stessi, Tecnica e mercato, Di fronte alla new economy, Il senso della poesia, Il poeta. 16
novembre 2003
Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997 Per informazioni, si prega contattare la direzione |