Torquato
Tasso e la cultura del suo tempo
Un convegno
a Sant'Agnello promosso da Comune e Università Federico II
Un'inedita
ricognizione dell'universo letterario di Torquato Tasso è stata
effettuata nel corso della Giornata di Studi Tassiani dedicata all'illustre
poeta sorrentino dal Comune di Sant'Agnello e dal Dipartimento di Filologia
Moderna dell'Università Federico II. Duplice l'obiettivo degli organizzatori:
da un lato quello di una divulgazione dell'opera tassesca attraverso volumi
accessibili come "La Conquista di Gerusalemme", trascrizione in prosa della
"Gerusalemme Liberata" realizzata da Franco Gargiulo, e attraverso strumenti
didattici facilmente fruibili come gli audiovisivi. Del resto proprio "L'uso
didattico degli audiovisivi" è stato al centro dell'intervento di
Roberto Keller, presidente dell'Istituto di Cultura "Torquato Tasso". Dall'altro
lato l'equipe di studiosi dell'ateneo federiciano ha reso disponibile anche
per un pubblico di non addetti ai lavori contributi scientifici di grande
spessore.
Dopo il
saluto del sindaco di Sant'Agnello, Piergiorgio Sagristani, Matteo Palumbo
ha analizzato la natura proteiforme della produzione di Torquato Tasso,
dalle suggestive atmosfere della favola pastorale dell'"Aminta" al cupo
scenario della tragedia "Re Torrismondo", da quella miniera di fermenti
poetici e teorici che è la "Gerusalemme Liberata", fino agli scritti
finali in sintonia con il clima spirituale della Controriforma. Una riflessione
che ha introdotto la presentazione del volume "Nel mondo mutabile e leggiero"
da parte di Dante Della Terza, Docente Emerito della Harvard University
. Nato come opus multorum, il libro, godibile quanto originale, consta
dei saggi dello stesso Della Terza, di Pasquale Sabbatino e Giuseppina
Scognamiglio. L'attenzione alla logica interna del discorso poetico del
Tasso ha ispirato il contributo firmato da Della Terza che ha cercato di
cogliere il poeta nella duplice articolazione, da un lato della sua adesione
al dibattito cinquecentesco sui generi letterari, dall'altro di un dialogo
interiore che diventa sempre più drammatico e lo induce a tornare
più volte sulla "Liberata", ad espungere dall'edizione Osanna, su
indicazione di Scipione Gonzaga, centotre ottave la cui disamina da parte
dello studioso è servita ad illuminare aspetti inediti della gestazione
del poema. Del saggio di Pasquale Sabbatino, "Torquato Tasso e la letteratura
delle lacrime", Della Terza ha sottolineato la raffinata capacità
del noto rinascimentalista di penetrare "una poetica manierista che comincia
a svilupparsi nel tardo Cinquecento e che gravita verso un Seicento barocco",
vista e sentita "attraverso il filtro di un'intelligenza scrittoria che
parte dal Tasso ma non è quella del Tasso". Uno studio che, prendendo
le mosse dalle "Stanze per le lagrime di Maria Vergine", finisce col rilevare
le dinamiche di gravitazione del testo tassesco verso i fruitori. La stessa
tensione proiettiva sostiene i quattro saggi conclusivi di Giuseppina Scognamiglio
che a partire da una serrata indagine del "Re Torrismondo", saldamente
incardinata sulla parallela ricostruzione del background delle letture
ipotizzabili e effettive dell'autore e sulla puntuale verifica delle sue
posizioni teoriche, si spingono verso la messa a fuoco delle modalità
di assorbimento della tragedia tassiana, costituitasi come modello tragico
nel Seicento, da parte di autori come Francesco Antonio Giusto. "L'illustre
teatrologa" - ha ricordato Della Terza - ha prestato un'attenzione particolare
anche allo stile della scrittura del Giusto" che rientrerebbe in quel manierismo
ravvisato come nuova ed esplosiva fase del linguaggio post-tassesco. L'amore,
elemento che definisce lo spessore dei personaggi del Torrismondo e vero
trait d'union dei quattro saggi, è al centro dell'intervento della
Scognamiglio sul rapporto, indagato con grande finezza intuitiva, tra "La
Cecaria" di Marco Antonio Epicuro e "Gli Eroici Furori" del Bruno. Testo
estremamente stratificato e complesso ma avvincente nella foga dell'indagine
del rapporto tra filologia e letteratura si è rivelato, nelle osservazioni
di Giancarlo Alfani, "Esperienze di filologia cinquecentesca" del giovane
studioso Claudio Gigante, un lavoro condotto su Salviati, Mazzoni, Trissino,
Costo, il Bargeo e Tasso, all'insegna di una metodologia di lettura che
avvicina questi scrittori evidenziandone le rispettive aree di interferenza.