Mariano
Bàino, Amarellimerick
ed. Oedipus,
2003, pagg. 110, € 9,00
La bizzarria/concreta
che contraddistingue Mariano Bàino credo sia nota a molti cultori
della poesia contemporanea, ed egli , da provetto acrobata della “parola”
e della “fantasia” continua a sbalordirci con questa ricca raccolta di
esercitazioni, ammiccamenti, e limericks (che in traduzione italiana
vuol semplicemente dire “specie di verso o di strofa senza alcun
significato”).
Al doppio
senso o al non senso ecco allora affidarsi, nella fragrante intemperie
di scioglilingua o di minuscoli giochi di gorgheggio, o in contraddittorie
escamotage etimologiche, o meglio ancora in artifici guadagnati a
neologismi del tutto “ri/creativi”, contento di poter gridare a destra
e a manca che l’intelletto dell’uomo può, quando lo vuole, fare
a meno della tirannia del tempo e delle mode.
L’immaginazione
sbriglia strutture e dettami della lingua per dar posto ad una visione
genuina e grandangolare del mondo, che circonda e avvilisce sia le nostre
circonvoluzioni cerebrali, sia le nostre più segrete illusioni.
13 dicembre
2003
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Immagine: Antonio
Belém, Phorbéa,
Napoli 1997
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