Quando
è che l’ispirazione è più diretta e profonda? Di notte
viene di dire, giacché essa è profonda come la notte. Ma è
sempre così, non può essere che così? E’ una
domanda che pongo ai poeti, è una domanda che mi pongo. Leopardi
scrive di notte i suoi Idilli? E’ l’insonnia
a suggerire a G. P. Lucini la lirica Un tisico alla luna? Trovo in
Blanchot queste riflessioni che Kafka faceva all’amico Max Brod: “Ma che
ne è di questo fatto stesso: essere poeta? L’atto
di scrivere è un dono, un dono silenzioso e misterioso. Ma il suo
prezzo? Nella notte, la risposta scoppia sempre davanti ai miei occhi con un’abbagliante
chiarezza: è il salario ricevuto dalle potenze diaboliche
che abbiamo servite… Ma forse
c’è ancora un altro modo di scrivere? Per me,
io non conosco che questo, in notti dove l’angoscia mi tormenta
al limitare del sonno”.
Il giorno o la notte, dunque?
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recensioni e note critiche