Spesso
la poesia, in questi ultimi decenni, ha sopportato vicende alterne, che
l’ hanno spostata da alcune analisi dedicate all’attenzione più
viva ed opportuna ad incredibili fermentazioni di assoluta indifferenza,
non riuscendo mai a proporre al probabile fruitore il credibile senso che
tale scrittura può esprimere in seno alla civiltà contemporanea.
“Ciò
che si ode. Ascoltare anteponendo alla soggettività di chi ascolta
le parole che si offrono all’ascolto, la conoscenza ancora possibile alla
conferma del sapere presunto. Ciò che si ode occorre ascoltarlo.
Non basta sentire. Ancor meno ascoltare sentendo soltanto le parole che
possono confortare il risaputo”. Questo il brano proposto nel risvolto
di copertina. Un volume di ben duecentonovantasei pagine con progetto grafico
elegante e stimolante.
Mario Lunetta
nel suo intervento sottolinea: “ Quaranta autori di poesia (anagrafi di
nascita 1950 – 1970, come dire o ancor giovani o giovanissimi) costituiscono
un’attendibile mappa di ciò che si produce in un’area supposta consapevole
delle ragioni dello scrivere in versi (e, insomma, dello scrivere)
in questi nostri anni che sembra abbiano la facoltà decisamente
temibile di macinare forme e coscienza della forma a una velocità
fino a ieri inimmaginabile. Ciò è dovuto anche, credo,
all’agglutinamento sempre più sfrontatamente gelatinoso dei media,
che sempre meno mediano conoscenze e messaggi, e paiono (ormai quasi con
la loro stessa visibile disperazione, tuttavia colpevole, irresponsabile,
connivente, ipocrita) funzionare semplicemente, e secondo uno stesso logos
della reticenza, come meri ripetitori della parola del potere che,
come da sempre si sa, quanto più si costipa tanto più si
realizza come vuoto. E’ appunto questo vuoto, allora, che la lingua della
poesia si fa carico di riempire, lavorando (anche, ma non secondariamente)
come pronuncia della surrogazione e rottura del silenzio…”
‘Akusma
potrebbe essere uno dei privilegiati depositari delle inquietudini e delle
meraviglie di alcuni giovani autori, fornendo contributi e testi di notevole
interesse, sia per quanto riguarda la composizione, sia per le letture
critiche che arricchiscono e completano le pagine.
Non potendo
esaminare ad uno ad uno gli oltre quarantacinque firmatari dell’antologia
ci limitiamo a darne l’elenco in ordine alfabetico, in modo tale che il
lettore possa già comprendere la mole e la struttura di tale iniziativa.
Vincenzo
Bagnoli, Mariano Baino, Sergio Beltramo, Alessandra Berardi, Marco berisso,
Vitaniello Bonito, Franco Buffoni, Piero Cademartori, Davide Campi, Guido
Caserza, Biagio Cepollaro, Andrea Cortellessa, Mario Corticelli, Enrico
D’Angelo, Alessandro Di Prima, Stefano Decimo, Gabriele Frasca, Marcello
Frixone, Florinda Fusco, Nevio Gambula, Paolo Gentiluomo, John Gian, Riccardo
Held, Andrea Inglese, Salvatore Jemma, Fabrizio Lombardo, Niva
Lorenzini, Tiziana Lucattini, Mario Lunetta, Marinella Marchetti, Giorgio
Mascitelli, Giuliano Mesa, Mario Moroni, Tommaso Ottonieri, Marco Paladini,
Donata Passanisi, Giorgio Patrizi, Mario Pieri, Rosa Pierno, Andrea Raos,
Gian Paolo Renello, Erminio Risso, Massimo Rizzante, Sergio Rotino, Luca
Sala, Massimo Sannelli, Stefano Semeraro, Silvia Tessitore, Ranieri Teti,
Andrea Tromboni, Lello Voce.
Affrancata
da ogni equivoco storico-letterario si riconoscerà in questa operazione
l’indagine sul linguaggio, la oculata selezione non per tendenze, ma semplicemente
per presenze generazionali, le immagini spazio-scrittura che riescono ad
abitare la raccolta con discrezione e precisa formulazione.