Vico Acitillo 124
Poetry Wave

Recensioni e note critiche

Morgan, Dissoluzione
di Tiziana Lo Porto



Morgan, Dissoluzione, Bompiani, pp.208, lire 16.000

"Le poesie si tengono in tasca e si estraggono al tramonto". La frase è presa da una delle poesie
di Morgan, leader dei Bluvertigo e autore della raccolta "Dissoluzione". Dicevamo: "le poesie si tengono
in tasca e si estraggono al tramonto"... e si leggono, aggiungiamo noi. Presupposto, dunque, è che siano
scritte da qualche parte che, solitamente, è un libro. Piccolo o grande che sia non importa, l'importante
è che sia sfogliabile. Che libro è se non lo puoi sfogliare? In questo momento abbiamo in mano
"Dissoluzione" di Morgan e, prima ancora di leggere la prima poesia, tentiamo di sfogliarlo.
Viene via il primo foglio. Secondo foglio: viene via anche quello. Terzo foglio: idem. E così via,
foglio dopo foglio, fino alla fine del libro. Morale: avevi in mano una raccolta di poesie e ti ritrovi
con una raccolta di fogli sparsi. Questo lo stato d'animo con cui ti appresti a leggere le poesie di Morgan.
Ancora, infatti, non le hai lette, perché eri troppo impegnato nel cercare di capire se lo sgretolamento
del libro era un involontario effetto della cattiva impaginazione del volume (del tuo o di tutti?)
o una intenzionale e concettuale conseguenza del titolo "Dissoluzione". Lecito dubbio che permane
e si rafforza dopo la lettura di una nota a margine di una mini immagine-puzzle di Morgan che dice:
Questo libro può diventare un poster strappando le pagine a colori. Domanda: che bisogno c'è di chiedere
al lettore di strappare le pagine a colori se tutte, ma proprio tutte, le pagine vengono via sole sole
appena le tocchi?

Mettiamo da parte l'irrisolto quesito di natura prettamente materiale, e passiamo all'essenza:
leggiamo le poesie. Ricomponiamo, alla meno peggio, il volume - sempre che, intanto, non sia caduto
in terra (ipotesi che non è da escludere e che, considerate le premesse, ti porta a ricomporre i versi
di Morgan in ordine sparso, a senso e sentimento. Anche questo un effetto voluto?) - e ricominciamo
a leggere. Saltiamo le note di Battiato e Sgalambro in prima di copertina (a nostro avviso di cattivo gusto.
Ma da quando gli autorevoli commenti e gli apprezzamenti vanno piazzati in copertina?) e la nota
di Enrico Ghezzi (anche questa piazzata nelle prime pagine del libro, sempre che il libro non sia caduto
e allora potrebbe essere anche lei dissolta e sparsa tra una poesia e un pezzo di faccia di Morgan).
Arriviamo finalmente alle poesie. Le leggiamo tutte. Che dire? Che sono scollegate tanto quanto
lo sono fisicamente i fogli? Anche questo un voluto effetto concettuale? Non è che siano tutte brutte
(che non è proprio un termine adatto per definire una poesia, ma anche a noi ci piace fare quello
che ci pare, e quindi ci esprimiamo come meglio possiamo e, soprattutto, come vogliamo).
Sicuramente da salvare sono i testi delle canzoni di Zero e qualche altra poesia come "due" e "io e"
(eliminando la prima parte, quella che comincia con "io e il mio zaino" che fa tanto canzone degli Stadio). Apprezzabile anche l'idea di mettere in terza di copertina ancora un paio di poesie al posto di opere
e vita di Morgan (recupera così i punti persi nel mettere Battiato e Sgalambro in prima.
Mettici le tue poesie la prossima volta). Ammirevole, soprattutto, la semplicità con cui si esprime
che, in un contesto del genere, non è sicuramente da poco.


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Immagine: Antonio Belém, Phorbéa, Napoli 1997


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