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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Recensioni e note critiche Morgan,
Dissoluzione
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"Le poesie
si tengono in tasca e si estraggono al tramonto". La frase è presa
da una delle poesie
di Morgan,
leader dei Bluvertigo e autore della raccolta "Dissoluzione". Dicevamo:
"le poesie si tengono
in tasca
e si estraggono al tramonto"... e si leggono, aggiungiamo noi. Presupposto,
dunque, è che siano
scritte
da qualche parte che, solitamente, è un libro. Piccolo o grande
che sia non importa, l'importante
è
che sia sfogliabile. Che libro è se non lo puoi sfogliare? In questo
momento abbiamo in mano
"Dissoluzione"
di Morgan e, prima ancora di leggere la prima poesia, tentiamo di sfogliarlo.
Viene via
il primo foglio. Secondo foglio: viene via anche quello. Terzo foglio:
idem. E così via,
foglio
dopo foglio, fino alla fine del libro. Morale: avevi in mano una raccolta
di poesie e ti ritrovi
con una
raccolta di fogli sparsi. Questo lo stato d'animo con cui ti appresti a
leggere le poesie di Morgan.
Ancora,
infatti, non le hai lette, perché eri troppo impegnato nel cercare
di capire se lo sgretolamento
del libro
era un involontario effetto della cattiva impaginazione del volume (del
tuo o di tutti?)
o una intenzionale
e concettuale conseguenza del titolo "Dissoluzione". Lecito dubbio che
permane
e si rafforza
dopo la lettura di una nota a margine di una mini immagine-puzzle di Morgan
che dice:
Questo
libro può diventare un poster strappando le pagine a colori. Domanda:
che bisogno c'è di chiedere
al lettore
di strappare le pagine a colori se tutte, ma proprio tutte, le pagine vengono
via sole sole
appena
le tocchi?
Mettiamo
da parte l'irrisolto quesito di natura prettamente materiale, e passiamo
all'essenza:
leggiamo
le poesie. Ricomponiamo, alla meno peggio, il volume - sempre che, intanto,
non sia caduto
in terra
(ipotesi che non è da escludere e che, considerate le premesse,
ti porta a ricomporre i versi
di Morgan
in ordine sparso, a senso e sentimento. Anche questo un effetto voluto?)
- e ricominciamo
a leggere.
Saltiamo le note di Battiato e Sgalambro in prima di copertina (a nostro
avviso di cattivo gusto.
Ma da quando
gli autorevoli commenti e gli apprezzamenti vanno piazzati in copertina?)
e la nota
di Enrico
Ghezzi (anche questa piazzata nelle prime pagine del libro, sempre che
il libro non sia caduto
e allora
potrebbe essere anche lei dissolta e sparsa tra una poesia e un pezzo di
faccia di Morgan).
Arriviamo
finalmente alle poesie. Le leggiamo tutte. Che dire? Che sono scollegate
tanto quanto
lo sono
fisicamente i fogli? Anche questo un voluto effetto concettuale? Non è
che siano tutte brutte
(che non
è proprio un termine adatto per definire una poesia, ma anche a
noi ci piace fare quello
che ci
pare, e quindi ci esprimiamo come meglio possiamo e, soprattutto, come
vogliamo).
Sicuramente
da salvare sono i testi delle canzoni di Zero e qualche altra poesia come
"due" e "io e"
(eliminando
la prima parte, quella che comincia con "io e il mio zaino" che fa tanto
canzone degli Stadio). Apprezzabile anche l'idea di mettere in terza di
copertina ancora un paio di poesie al posto di opere
e vita
di Morgan (recupera così i punti persi nel mettere Battiato e Sgalambro
in prima.
Mettici
le tue poesie la prossima volta). Ammirevole, soprattutto, la semplicità
con cui si esprime
che, in
un contesto del genere, non è sicuramente da poco.