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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Recensioni e note critiche Alda Merini:
Aforismi e magie
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"L'Aforisma
è il sogno di una vendetta sottile. L'Aforisma è un genio
e vendetta e anche una sottile
resa alla
realtà biblica. Chi fa aforismi muore saturo di memorie e di sogni
ma pur sempre non vincente
né
davanti a Dio né davanti a se stesso né davanti al suo puro
demonio".
Aforismi
e poesie di Alda Merini raccolti in un volume insieme ai disegni di Alberto
Casiraghi.
"Aforismi
e magie" il titolo del libro. Un libro di parole e frasi per raccontare
la vita vista dai poetici
occhi della
Merini.
Una vita
fatta di "giorni che non si staccano dalle pareti" e di "notti che non
accadono mai", vissuta
da una
donna non "addomesticabile" che scrive di essere stanca di sentirsi inventata,
di non essere bella
ma soltanto
erotica, di poter "essere qualcuno semplicemente pensando". Aforismi strapoetici,
dunque,
che spesso
si fanno pura poesia. Aforismi illuminanti scritti da chi illumina spesso
gli altri anche se poi rimane sempre al buio. Da chi crede che "l'amore
ha sempre corrotto il creato", anche se poi si ritrova
ad essere
come un sasso abbandonato nelle acque.
"I sassi
abbandonati nelle acque / a volte non han fiore di speranza / così
come non spero
nel tuo
amore. / Stanno sotto ogni pensiero / e ammorbano le acque. / Ahimè
quanta fortuna dentro
il pesce
/ che scappa dalla bocca della luna / e si frantuma contro il tuo bel volto
/ ansioso di morire".
Metafore
e versi innamorati. Innamorati dell'amore più che altro, che a leggerli
viene in mente un incontro
con Alda
Merini, dentro una biblioteca del sud, in cui diceva che per quante poesie
d'amore si possono
scrivere
finisce sempre che "ci innamoriamo dei benzinai". E lo sappiamo, così
come lo sai lei, che finisce
sempre
che c'è qualcuno che uccide le nostre poesie, ma lei (lei Alda Merini,
lei la poesia) magicamente
resiste.
Perché (e per quale non amante benzinaio amato siano stati scritti
questi versi non importa,
perché
in questo momento noi li vogliamo rivolti alla poesia) "che tu mi copra
di insulti, / di pedate,
di baci,
di abbandoni, / che tu mi lasci e poi torni senza un perché / o
senza un variare di senso / nel largo
delle mie
ginocchia / a me non importa perché tu mi fai vivere / perché
mi ripari da quel gorgo di inaudita
dolcezza
/ da quel miele tumefatto e impreciso / che è la morte di ogni poeta".