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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Recensioni e note critiche Serge Latouche,
La sfida di Minerva
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Che fare?
L’intelligenza sequenziale che sino ad oggi ha caratterizzato la nostra
cultura occidentale
sembra
cedere inavvertitamente il passo alle intelligenze artificiali, segno indiscutibile
di evoluzioni epocali,
che contraddistinguono
attualmente la caduta della diversificazione intellettuale.
La mente
finisce con apparire diversamente conformata nei suoi elementi basilari
di conoscenza , perdendo
quelle
che sono le esponenzialità dell’informazione e della memoria, nel
mentre l’identità diventa un luogo
privilegiato
per il puzzle del pensiero di una categoria sempre sfuggente del genere
umano .
Con un
meraviglioso calcolo logico, dal cuore stesso della propria immaginazione
, il mondo può divenire
un termine
di rimando o di rimpianto, un possesso geloso, ottenuto attraverso la sfida
del razionale contro il vuoto
degli obiettivi
raggiunti dalla ragione economica o dalle intelligenze simultanee, appannaggio
esclusivo
dell’universo
giovanile, che fatica sempre di più a seguire il carattere sequenziale
delle intelligenze stesse.
“Ma è
veramente ragionevole il comportamento razionale dell’uomo moderno che,
- scrive l’autore
nella introduzione–,
manipolando la natura, va alla ricerca del massimo profitto per la maggiore
felicità di tutti
e di ciascuno?
E un sistema così basato sulla sfrenata competizione economica e
tecnica, sotto il segno
della ragione
occidentale, corrisponde realmente a un modello di saggezza.”
Partendo
da una intelligente ricognizione della esperienza africana, quale terra
di elezione del fallimento
dello sviluppo,
ove appare onnipresente l’irrazionalità economica, ed è
ancora presente la interferenza
della stregoneria
nel lavoro quotidiano, Latouche richiama alcune frasi di un articolo di
Franco Cassano:
“L’Europa
non riuscirà ad essere un soggetto culturale creativo fino a quando
non sarà in grado di opporre
la sua
capacità di mediazione al fondamentalismo del Nord-Ovest, ai miti
della tecnica ad ogni costo
e della
competizione libera e selvaggia, a una insularità oceanica….E’
l’umanità intera ad aver bisogno
di elaborare
tale mediazione”.
Il volume
insegna, con profonda partecipazione ed intelligente proposta, che il vocabolo
“progresso” designa
all’origine
la marcia in avanti e la parola “sviluppo” la crescita dei vegetali e degli
animali, così come molti termini
del vocabolario
economico…Ai non occidentali tali proposte potranno apparire allucinatorie,
ma le stesse metafore,
in mancanza
dell’immaginario sociale, sarebbero le medesime difficoltà che si
incontrano nel pervenire
a conoscenze
astratte.