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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Recensioni e note critiche Nicola Vacca:
Frutto della passione
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“Lasciatemi
scavare
fino al
fondale opaco della luna
dove il
vero poeta
si riflette
nello specchio
di una
vuota eternità” (pag.21)
Pochi versi
per poter immaginare una filosofia alquanto dolente, tale da divenire una
particolare
concentrazione
segnica e comunque di riferimento per un’ansiosa ricerca dell’etereo.
L’autore
che è alla sua prima pubblicazione in volume propone alcuni testi
di pregevole fattura
tenendo
di mira – come scrive Domenico Adriano nella prefazione – “che niente come
il vuoto è pronto
ad essere
riempito…I suoi versi, continua il prefatore, sono spesso distesi, non
sono tesi, sembrano
stare li
come adagiati per raccontare semplicemente quello che hanno visto o sentito
fingendo
di essere
naturali, appena giunti dal profondo degli occhi…”
Un approccio
che può stimolare ad ulteriori ricerche, quasi che il vuoto esistenziale
potesse essere
scandagliato
con una poesia capace di riconciliare da una parte il totalmente
alto e sovrano,
dall’altra
il particolarmente distruttivo e fugace.
“C’è
un alfabeto sconosciuto
celato
in una grammatica cifrata
di metafore
e allegorie.
L’alfabeto
del cuore.
C’è
una sintassi amorosa
che incide
significati
sulle tracce
di un linguaggio oscuro.
Aspettami
non avere fretta di capire…” (pag. 55)
Così
la proposta diviene leggibile e l’invito è dei più accattivanti
e dei più semplici: l’amore, il cuore,
compito
prioritario che riconosce le rassicuranti verità umane, nella interpretazione
dei legam
e delle
maggiori realtà sociali.
“Ognuno
è certo per virtù o per sorte
che la
vita fa parte del mistero,
e sono
tanti i rifiuti a vivere l’amore
sopra una
strada vista dalla croce…” (pag.62)
Nicola
Vacca apre quel sentimento evangelico e traccia alcuni riusciti tessuti
di meditazione,
soffermando
mistiche relazioni o interpretando esperienze tradizionali.