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Vico
Acitillo 124
Poetry Wave Recensioni e note critiche Raffaele
Piazza: Sentire
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Sin dalla
tripartizione grafica della lirica si può evincere una chiara tripartizione
concettuale
in tre
distinti movimenti poetici che sviluppano "storicamente" la trama di una
vicenda umana:
l'incontro
dell'uomo-poeta con un indefinito e montaliano Tu-femminile.
Le "occasioni
di uomini e visi" del v.2 sono, al contempo,occasione di incontro, di relazione,
ma anche,
naturalmente, di scelta e di una scelta precisamente etica, in quanto nel
"sentire le piante
del bene
e del male", cioè nel discernimento chiaro del Bene dal Male, l'io
del poeta si sente obbligato
ad operare
una scelta, drammatica perchè definitiva e assoluta. Se il "nevicato
inverno" del v.3,
evocando
un'emozione di candore, prefigura una sete di purezza e un'aspirazione
al frutto
della "pianta
del bene", subito sopraggiunge l'aspirazione (tentazione!) trasgressiva
di lasciare la pura
e intatta
via del pensiero ("pensieri da percorrere" come fossero vie spirituali),
di abbandonare l'emozione
astratta
per godere di quella concreta offerta da un "fiorevole senso" tutto da
scoprire dietro quella gonna
che quasi
diventa enigma da risolvere attraverso la chiave dell'istinto.Dunque il
primo movimento si chiude
con il
desiderio (avvertito come trasgressivo, proibito) di sublimare un incontro
di visi e di sguardi
nella sensazione.
Eppure,
l'avvicinarsi di quel "fiorevole senso", la prospettiva dell'unione carnale
evoca nell'animo un'emozione
autunnale
(secondo movimento), lì dove l'Autunno è segno di senescenza,
via della morte, lì dove il corpo
di donna
è, sì, meraviglia a portata di mano, ma meraviglia autunnale,
dal sapore ingiallito del peccato,
nell'ombra
di un oscuro tradimento di qualcosa che l'io ritiene essere ciò
in cui crede (l'inviolabilità del patto
coniugale),
come il frutto proibito che anche per Adamo era a portata di mano.E sopraggiunge
un senso
di perduta
verginità in quella foglia ingiallita sul ramo, ingiallita perchè
proveniente da "altra storia",
ingiallita
dal passaggio di altra vita.Allora non resta che una orgogliosa reazione
di purità (terzo movimento):
il rapporto
deve ridursi a comunicazione d'anime, in cui tutto ciò che è
corporeo sopravvive solo nel writing
trasgressivo
che lascia segni su di un muro, ultima possibilità di comunicazione.L'Angelo-messaggero
si presenta,
dunque, come segno non solo di significati espressi, ma anche come segno
etico di quella scelta
del bene
che si realizza, sì, in uno scambio di sensi ma solo di quelli dell'anima,
diremmo a distanza,
attraverso
il miracolo della o delle scritture, da quelle antiche e forse non più
comprensibili (lingue morte del v.11)
a quelle
vive e moderne ("strumenti ad angolo con il mondo"). E nell'ansia di un
"messaggio" che perpetui
l'incontro
occasionale con tale Tu-femminile, in ogni forma, pure tecnologica ("rosa
di e-mail"), si chiude la lirica,
facendo
del tempo presene (il "2000", tanto mitologico nel Piazza), appunto un
mito ancora da raccontare,
una favola
ancora da scrivere, un "albero cavo" che bisogna ancora riempire si senso.