Perché
sia la vita ciò che sempre è stato
io lo confesso:
ho veduto
lo spirito dell’epoca
screcciare
il mondo
l’ho veduto
nelle mie insonnie
e nei sorrisi
di donne
troppo
composte per essere vere
nelle
giovinezze
dimenticate
o abbandonate
non importa dove
nelle parole
simili alle parole
dette prima
o dopo o mai dette
nei desideri
incartapecoriti
come le
mani gli occhi e il cervello
che ci
portiamo dietro
nelle
omelettes
di patate e gamberi
nei saloni
degli specchi e dei barbieri
l’ho veduto
abbaiare come gli umani
o saltare
sull’altra faccia della luna
o dentro
il verde cupo di una bottiglia
l’ho veduto
nelle notti
con la
luna e senza luna
e dirmi
senza pudore
io sono
kathleen la donna del cavaliere
che
smarrì
nell’onda anche il suo onore
io lo confesso:
non ho nulla
da dire o fare o da tacere
ho smesso
e dismesso a turno o a caso
donne calzini
e ciò
che tocca se tocca quando tocca
ho avuto
cose buone per un week-end
e cose
buttate via senza assaggiarle
ho sentito
parlare di me in luoghi
che non
mi appartenevano
io stesso
mi sono sempre chiesto
ma che
ci faccio qui ma c’ero
qualche
volta ho creduto
dalla mia
impazienza
di essere
dove dovevo
qualche
volta mi sono chiesto se ero felice
io lo confesso:
alle 11.45
il pianeta è una mappa
dove Roma
è troppo simile alle città che conosco
nei
ristoranti
si apparecchiano i tavoli
a Montecucco
qualcuno parla qualcuno ascolta
qualcuno
né parla né ascolta
tutto
è
lo stesso anche se è sempre diverso
e le 11.45
non sono
che quattro numero divisi da un punto
io lo confesso:
io non sono
kathleen né il cavaliere
non sono
un giullare non sono un poeta
non so
che farmene di misteri buffi o seri
di
aldilà
di aldiqua e di dada
di neri
rossi arancioni o color latte
di fo di
bertinotti e di jospin
non so
se le vacche sono magre oppure pazze
non so
se al polo sono mutati anche i licheni
non so
se nel tibet ci sono i tibetani
non so
se l’età dell’acquario è prossima
non so
cosa succederà il terzo venerdì
non so
cosa mangerò mercoledì
io lo confesso:
vorrei fare
con te ciò che la primavera fa con i ciliegi
vorrei
addormentarmi dentro di te
come il
nocciolo nella pesca
vorrei
dirti parole che nessuno mai ha detto
vorrei
scrivere sogni sulla tua pelle
e dentro
i tuoi occhi
vorrei
scoparti senza mai amarti
e amarti
senza mai scopare
vorrei
scoparti e amarti e ancora scoparti
e ancora
amarti
vorrei
che ora e qui un dio ci avesse inventati
vorrei
che le tue dita mi carezzassero il naso
vorrei
che mi preparassi il té
o un’omelette
con le patate
vorrei
guardarti mentre mi guardi
vorrei
tutti i vorrei che voglio
ma io lo
confesso:
non so se
questo è amore oppure no
perché
sia la vita ciò che sempre è stato
io lo
confesso:
ho veduto
lo spirito dell’epoca
screcciare
il mondo
l’ho veduto
nelle mie insonnie
e nei sorrisi
di donne
troppo
composte per essere vere
nelle
giovinezze
dimenticate
o abbandonate
non importa dove
nelle parole
simili alle parole
dette prima
o dopo o mai dette
nei desideri
incartapecoriti
come le
mani gli occhi e il cervello
che ci
portiamo dietro
nelle
omelettes
di patate e gamberi
nei saloni
degli specchi e dei barbieri
l’ho veduto
abbaiare come gli umani
o saltare
sull’altra faccia della luna
o dentro
il verde cupo di una bottiglia
l’ho veduto
nelle notti
con la
luna e senza luna
e dirmi
senza pudore
io sono
kathleen la donna del cavaliere
che
smarrì
nell’onda anche il suo onore
io lo confesso:
non ho nulla
da dire o fare o da tacere
ho smesso
e dismesso a turno o a caso
donne calzini
e ciò
che tocca se tocca quando tocca
ho avuto
cose buone per un week-end
e cose
buttate via senza assaggiarle
ho sentito
parlare di me in luoghi
che non
mi appartenevano
io stesso
mi sono sempre chiesto
ma che
ci faccio qui ma c’ero
qualche
volta ho creduto
dalla mia
impazienza
di essere
dove dovevo
qualche
volta mi sono chiesto se ero felice
io lo confesso:
alle 11.45
il pianeta è una mappa
dove Roma
è troppo simile alle città che conosco
nei
ristoranti
si apparecchiano i tavoli
a Montecucco
qualcuno parla qualcuno ascolta
qualcuno
né parla né ascolta
tutto
è
lo stesso anche se è sempre diverso
e le 11.45
non sono
che quattro numero divisi da un punto
io lo confesso:
io non sono
kathleen né il cavaliere
non sono
un giullare non sono un poeta
non so
che farmene di misteri buffi o seri
di
aldilà
di aldiqua e di dada
di neri
rossi arancioni o color latte
di fo di
bertinotti e di jospin
non so
se le vacche sono magre oppure pazze
non so
se al polo sono mutati anche i licheni
non so
se nel tibet ci sono i tibetani
non so
se l’età dell’acquario è prossima
non so
cosa succederà il terzo venerdì
non so
cosa mangerò mercoledì
io lo confesso:
vorrei fare
con te ciò che la primavera fa con i ciliegi
vorrei
addormentarmi dentro di te
come il
nocciolo nella pesca
vorrei
dirti parole che nessuno mai ha detto
vorrei
scrivere sogni sulla tua pelle
e dentro
i tuoi occhi
vorrei
scoparti senza mai amarti
e amarti
senza mai scopare
vorrei
scoparti e amarti e ancora scoparti
e ancora
amarti
vorrei
che ora e qui un dio ci avesse inventati
vorrei
che le tue dita mi carezzassero il naso
vorrei
che mi preparassi il té
o un’omelette
con le patate
vorrei
guardarti mentre mi guardi
vorrei
tutti i vorrei che voglio
ma io lo
confesso:
non so se
questo è amore oppure no